Gli itinerari toccano ad anello tutti i paesi del Consorzio Turistico Sa Perda ‘Iddocca, un’area del centro Sardegna che è delineata a nord dai tavolati vulcanici trachitici del Barigadu e dalle regioni montuose granitiche prossime al Mandrolisai; a ovest dal massiccio paleozoico del Grighine; a sud, nei dintorni della Giara, dai sedimenti della cosiddetta "formazione miocenica della Marmilla"; a est dai calcari mesozoici del Sarcidano e dai contrafforti del Gennargentu.
Tale varietà di ambienti offre ai visitatori un luogo piacevole e vario dove passare le vacanze in Sardegna e una interessante occasione per conoscere l’altra Sardegna, quella delle zone centrali.
La Giara, con i suoi famosi quanto selvaggi cavallini, le foreste di querce di Villanovatulo, Nurallao e Laconi, ricche di endemismi, gli ambienti del lago del medio Flumendosa presso Villanovatulo, le dolci colline dell’alta Marmilla verso Barumini, le pareti rocciose di Asuni e Ruinas: questi solo alcuni esempi che dimostrano la varietà dei paesaggi che si offre ai visitatori.
Per avere notizie delle prime testimonianze di insediamenti umani in questi luoghi è necessario retrocedere di 5/6000 anni: appartengono infatti al Neolitico le Domus de Janas (necropoli ipogeiche) distribuite in numerose località, scavate nella roccia dall’uomo prenuragico e caratterizzate dalla pianta semplice o a tipologia pluricellulare.
Il periodo nuragico, con le sue torri di pietra, è testimoniato da centinaia di nuraghi distribuiti nei luoghi più disparati: in alcune località emergono invece i resti delle capanne di villaggi preistorici e le strutture megalitiche riferibili a "Tombe di giganti". Contribuiscono ad incrementare e variare il campionario archeologico anche templi a pozzo, o semplici pozzi sacri, imponenti monoliti infissi nel terreno, Menhir, steli, statue-steli e betili.
Rari i resti delle fortificazioni del periodo fenicio-punico; numerose ed imponenti, invece, le testimonianze
romane: strade e ponti.
Del periodo giudicale si ricorda il castello medievale di Laconi. Ai secoli XVI e XVII risalgono invece le fattezze architettoniche della maggior parte delle chiese parrocchiali e campestri.
L’anello dell’argilla si caratterizza per il passaggio in un territorio ricco di cave di caolino, che vengono costeggiate in diversi punti (Funtanamela a Laconi, Pitzu rubiu a Nurallao e nei pressi di Crastu), in una varietà di ambienti naturali di notevole interesse.
Percorso abbastanza semplice e senza particolari difficoltà tecniche, che si svolge in buona parte su strada asfaltata e consente di attraversare tutta la Giara, ambiente unico in tutto il Mediterraneo, sulle due ruote. .
Elemento caratterizzante di questo anello, impegnativo per lunghezza e dislivello, è il tema del ritorno indietro nel tempo: da Genoni, passando per Cuccuru Corongiu, si giunge a Nuragus, e ci si dirige verso il territorio di Laconi attraversando la borgata agraria di Crastu.
L’itinerario più lungo e faticoso, 63,5km con una ascesa di circa 2300m. L'orografia del territorio caratterizza il percorso, aspro ma bellissimo e di notevole valenza panoramica. Consigliato a cicloturisti allenati e con una discreta capacità tecnica
Itinerario meraviglioso che attraversa le campagne di Laconi e Meana sardo, passando per Nolza, sito nuragico bellissimo dal quale si gode di una vista eccezionale verso la Giara ed il Mandrolisai, e il sito di Genna orte, famoso per i suoi reperti megalitici.
Itinerario corto (solo 26,1 km), con l’altezza media (circa 750 m s.l.m.) più elevata tra tutti e 6 gli itinerari.Senza particolari difficoltà dal punto di vista fisico offre la possibilità per la quasi totalità dell’itinerario di essere percorso all’interno di fitte foreste.